Il 2011 sarà l'anno dell'ecommerce in italia
A scriverlo è il Politecnico di Milano. Le stime del 2011 parlano di un +20% circa per un volume d'affari par ia circa 8 miliardi di euro. In base all’andamento del primo trimestre e alle stime fino a fine 2011, l’e-commerce italiano vedrà un’accelerazione che lo porterà a crescere del 20% rispetto all’anno scorso con 8 miliardi di euro di giro d’affari. Se il 2009 ha subìto una battuta d’arresto sul fronte dell’e-commerce, il 2010 ha visto una crescita del 15% assestandosi su 6,65 miliardi di euro, crescita che conferma le stime dichiarate un anno fa. Questa è la fotografia tracciata dall’Osservatorio B2C Netcomm – School of management del Politecnico di Milano, giunto alla decima edizione. E’ Roberto Liscia, presidente di Netcomm, a sostenere che questo sarà l’anno dell’e-commerce, almeno per le cifre in gioco. “Secondo gli andamenti del primo trimestre 2011, sono cresciute le stime degli italiani che hanno dichiarato la volontà di acquistare on line nel secondo trimestre di quest’anno. E lo faranno grazie ai nuovi modelli e strumenti di ricerca, come possono essere i social commerce che stanno crescendo rapidamente sulla spinta dei social network. Quali sono le leve per aumentare la propensione all’acquisto?” - Si domanda Liscia - “I prezzi, maggiore chiarezza sulle norme e sui meccanismi di restituzione della merce. Situazione ribaltata, invece, rispetto allo scorso anno, tra le motivazioni del diniego agli acquisti online da parte degli italiani. Se fino allo scorso anno al primo posto svettava la sicurezza dei dati, oggi – spiega Liscia – svettano la visione della merce, la conoscenza del venditore per la soluzione di eventuali problemi. Purtroppo questa voglia di una relazione diretta frena l’Italia, che resta molto indietro, rispetto all’Europa, sulla percentuale di prodotti venduti rispetto ai servizi. Se vogliamo superare la frattura che esiste tra chi compra online e chi no, dobbiamo risolvere il rapporto emozionale con il prodotto e il merchant”. In sostanza, dopo la ripresa registrata nel 2010, per l’ecommerce italiano è prevista una nuova accelerazione nel 2011 (+19% che porterà il valore complessivo delle vendite da siti italiani a quasi 8 miliardi di euro). Anche quest’anno cresceranno maggiormente i prodotti (+23%) rispetto ai servizi (+17%), trainati, questi ultimi, dal social commerce. Lo scorso anno le previsioni parlavano di un +21% nei prodotti e +19% dei servizi. Su base annua cresceranno tutti i principali comparti merceologici. Ad avere la meglio, nel 2011, è il settore dell’abbigliamento (+41%), seguito da Editoria, Musica e audiovisivi che accelera la corsa passando a un +30% nel 2011. A seguire l’informatica e l’elettronica di consumo che raddoppierà il suo ritmo di crescita dal +11% registrato lo scorso anno, a +21% nel 2011. La fotografia riprende anche turismo e assicurazioni con crescita del +13 e del 15%. Liscia entra nel dettaglio dei dati e afferma che “nel 2010 l’Italia è stata l’anello debole del sistema europeo, ultimi dopo la Spagna, Olanda e Francia (+24% rispetto all’anno precedente) e Germania, che non ha mai arrestato la corsa, ha fatto un +17%. Che piaccia l’e-commerce è conclamato anche dall’andamento dei valori di borsa delle aziende che si sono quotate. Un dato che mi ha sorpreso dalla ricerca che abbiamo condotto con ContactLab – spiega Liscia – è che ci sono stati 62 mila persone che hanno risposto al questionario che abbiamo sottoposto. Di certo abbiamo notato che l’ecommerce non è solo per giovani perché il 30% delle risposte hanno riguardato gli over 50. Inoltre – continua – il 3% ha acquistato via telefonino o smartphone mentre il 48% degli acquirenti online lo ha fatto nelle ore serali o notturne”. E su quest’ultimo punto, Liscia spiega come il canale e-commerce non tolga business ai canali tradizionali ma, bensì, sviluppa business e valorizza il tradizionale. Infine, Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’osservatorio eCommerce B2c, oltre a evidenziare come i canali di social shopping abbiano aiutato parecchio il comparto, ha messo in luce come siano in aumento le carte di credito e paypal.